Il principe pensava lungo il viaggio:
"Anche questo è un tipo proprio strano;
trovo conveniente ed anche saggio
spostarmi nuovamente più lontano."
"Buongiorno " - disse appena fu arrivato"
Buongiorno" - fu la rapida risposta.
L’uomo d’affari era tutto occupato,
contava qualcosa senza sosta.
"Quindici più sette fa ventidue,
ventidue più sei fa ventotto;
fanno di milioni quasi due.
Non devi disturbare giovanotto."
"Ma cosa stai contando posso sapere?
Son mosche, api, oppure dimmi cosa?"
"Conto le stelle che ora puoi vedere
da più di cinquant’anni senza posa."
"Ma a che ti serve mai contar le stelle
chino sulle tue carte solo soletto?"
"Ma io mi sento d’esserne il padrone
quando poso le carte nel cassetto."
"Non sono le tue stelle un fazzoletto
che puoi mettere al collo o regalare!"
"Proprio per questo basterà un brevetto
per possederle ed amministrare"
.
"Io possedevo un fiore unico al mondo;
dovevo averne cura ed annaffiare.
Anche di tre vulcani io mi ricordo
che sempre mi toccava di spazzare"
"Io sono certo utile alla mia rosa
ed anche ai miei vulcani attivi e spenti!
Non riesco proprio capire in che cosaa
lutile alle tue stelle tu ti senti"
L’uomo aprì la bocca per un momento
ma rimase come un fungo fermo e muto.
Concluse il principino assai scontento"
Qui non mi fermerò neanche un minuto"
(continua: vedi VI episodio)