Nel paese dei numeri e delle lettere era a tutti nota l’antipatia che correva tra la signora R e la signora D.
La prima ostentava la sua figura elegante; fin da giovane era stata snella e longilinea ed era col tempo diventata esperta di cibo sano e di fitness. Non riusciva a capire come potessero esistere creature come la signora D che invece era una buona forchetta e non praticava alcuno sport. Alla lunga la sua pancia era divenuta così prominente che in certi momenti non si vedevano più neanche le gambe.
Dal canto suo la signora D criticava aspramente quella che, a suo dire, era l’estrema magrezza della sua rivale e, non potendo dire altro, sosteneva che quelle gambe continuamente ostentate erano secche e storte.
Le due signore evitavano di incontrarsi e si limitavano a criticarsi alle spalle l’una dell’altra, finché un giorno accadde una cosa che le avrebbe costrette a ripensare il loro rapporto.
Gianna, titolare di una grande e rinomata libreria al centro della città, decise un giorno di riorganizzare gli spazi, creando degli scaffali tematici secondo gli interessi più diffusi dei suoi clienti.
Tra le altre cose, in uno di questi scaffali sistemò tutti i libri di cucina (ce n’erano un’infinità), ponendo in cima allo stesso un grande cartello con su scritto "Ricette" e, nello scaffale di fronte, ripose in stretto ordine alfabetico, i libri, altrettanto numerosi, che suggerivano metodi per dimagrire in fretta e bene. Al di sopra di questo scaffale appese un cartello con su scritto "Diete".
Con grande disappunto, quindi, la signora R si trovò a troneggiare al di sopra di piccoli opuscoli e grossi volumi con le copertine riccamente illustrate che, al solo vederle, facevano venire l’acquolina in bocca.
Per contro, la signora D era costretta, suo malgrado, a presenziare ai libri che proponevano diete di ogni tipo e che sulla copertina, in genere, riportavano, la foto dei dietologi o dei nutrizionisti che di quelle diete erano stati gli sciagurati ideatori.
Il guaio era che allo scaffale dei libri di cucina si fermavano per lo più persone di una certa stazza, piene di buonumore e di tanto appetito, proprio quelle che alla lettera R non andavano a genio, mentre davanti all’altro scaffale stazionavano persone preoccupate di dimagrire, pur non essendo a volte, nient’affatto grasse. Ma nulla potevano fare le due signore lettere se non sperare con tutte se stesse che nessun libro del loro scaffale venisse acquistato.
Prese dalla noia e non trovando altri argomenti di conversazione, cominciarono a riempire di insulti i clienti non appena questi prelevavano un libro per sfogliarlo.
Se i clienti avessero potuto sentire le parole proferite dalle due signore, sarebbero scappati via a gambe levate.
"Brutto ciccione, perché non controlli il colesterolo, invece di pensare a mangiare?", oppure "Signora, che bel bambino! Ma spera proprio di imparare da un libro a cucinare; non c’è una nonna o una vecchia zia a casa sua? Vada, vada, lasci stare questi libri!"
E dall’altra parte: "Uh, che brutto muso! Cielo, un po’ d’allegria, divertiti e mangia quel che ti pare!" oppure "Ehi stecchino, dico a te! Continuando a fare diete, finirai per sparire del tutto!"
Ignari di queste battutacce, la gran parte degli avventori comprava il suo bel libro, passava dalla cassa per pagare e se ne usciva soddisfatto! E ciascuna signora, alla fine della giornata, si rallegrava del successo avuto dall’altra mentre si rammaricava dei libri prelevati e venduti dal suo scaffale. A nessuna delle due piaceva la fine che avevano fatto e, guardandosi in cagnesco, non scambiavano una sola parola tra loro!
Dopo un po’ di tempo però si accorsero di un fenomeno a cui non avevano prestato abbastanza attenzione.
Capitava che nel periodo delle feste o in prossimità delle vacanze, la gran parte dei clienti si affollava davanti allo scaffale delle ricette, scambiando fra loro anche battute e suggerimenti ma poi, alla fine di quei periodi, le stesse persone si precipitavano a comprare libri di diete. Com’era possibile? Le due lettere nemiche si ponevano la stessa domanda.
Accadde così che, senza neanche farci tanto caso, cominciarono ad esprimere ad alta voce i loro commenti su queste persone, cercando dapprima di rimanere in disaccordo tra loro ma alla fine si accorsero che la pensavano allo stesso modo. Si inventarono così un gioco di memoria che li avrebbe appassionati ogni giorno di più. Prendevano nota nella loro testa di ciascun cliente, donna o uomo che fosse; a ciascuno assegnavano un nome di fantasia, cercavano di definire un identikit fisico e psicologico e rimanevano in attesa di vederlo tornare. A quel punto dopo averlo guardato dalla testa ai piedi, per vedere se fosse ingrassato o dimagrito, oppure se fosse triste o gioioso, coglievano differenze di poco valore, sia che avesse comprato libri contenenti ricette oppure diete, ma ogni particolare veniva notato per rendere più interessante e brioso il loro gioco. In questo modo il passare del tempo divenne meno pesante e, malgrado la loro vecchia e consolidata inimicizia, cominciarono veramente a divertirsi scommettendo sui ritorni periodici dei clienti, sui loro gusti, su quello stupido e insensato rituale. "Sono veramente strani gli essere umani". Era la frase che, dopo alcuni anni di convivenza, chiudeva le loro giornate, tutto sommato contente di avere comunque sempre trovato lo spunto per sorridere e ironizzare.
A un certo punto anche la libraia Gianna si accorse di quello strano fenomeno e, ragionandoci un po’ sopra, prese una decisione. Vi era a fianco del locale della libreria una piccola stanzetta, fino a quel momento adibita a sgabuzzino. In men che non si dica, la liberò di tutte le cianfrusaglie, fece rinfrescare le pareti colorandole di un arancione vivace ma delicato, vi fece installare un impianto che trasmetteva musica rilassante, dispose qua e là delle candele aromatiche, e sulle quattro pareti dispose sia i libri di ricette che quelli delle diete e anche altri riguardanti attività fisiche, yoga, massaggi e roba del genere. In cima alla porta d’ingresso appese un grande cartello dove scrisse a caratteri cubitali "Del Benessere e Dintorni".
Fu così che la signora D si ritrovò a lavorare con la sua gemella che da tempo ormai non rivedeva ma anche con la signorina B che, pur non essendo obesa come lei, in quanto a rotondità non scherzava. Ella dovette rassicurarle che quell’assortimento non era poi così strambo ma corrispondeva ai gusti e alle tendenze dell’uomo moderno e che la libraia sapeva quel che faceva. Lei sarebbe stata in grado di dare altre spiegazioni ma non poteva confessare di avere appresso un’infinità di cose dalla viva voce della signora R.
Questa peraltro non rimase inoccupata, fu posta su un cartello dove c’era scritto "Romanzi" e si poteva ritenere soddisfatta della clientela che frequentava assiduamente quello spazio dedicato nella libreria. Nulla aveva da rimpiangere se non le battute pungenti della signora D.
A volte le ritornavano in mente e rideva da sola. I lettori assorti a spogliare un libro sollevavano il capo come se una fresca brezza soffiasse dall’alto ma non vedevano che il grosso cartello, scuotevano un attimo la testa e riprendevano a leggere.