UN IMPERATORE MOLTO VANITOSO
VOLEVA ESSERE SEMPRE IL PIÙ’ ELEGANTE
SE GLI MOSTRAVANO UN ABITO COSTOSO
EGLI VOLEVA INDOSSARLO ALL’ISTANTE.
DAVANTI ALLO SPECCHIO SI PAVONEGGIAVA
PASSEGGIANDO LUNGO IL GRANDE SALONE
PERCHÉ DI TUTTI UN GIUDIZIO VOLEVA
DI PLAUSO, RIVERENZA E AMMIRAZIONE.
CIO’ ERA PER LUI L’UNICO DILETTO
FINCHÉ GIUNSERO A CORTE DUE SARTI
VEDI MAESTÀ - DISSERO AL SUO COSPETTO -
COSA QUEST’OGGI VENIAMO A PROPORTI.
SIAM TESSITORI DAVVERO SPECIALI
PERCHÉ LA STOFFA CHE NOI LAVORIAMO
SEMBRA SOMIGLI AI TESSUTI NORMALI
MA E’ BEN DIVERSA E TE LO MOSTRIAMO!
ESSA E’ TALMENTE FINISSIMA E PREZIOSA
COME POTRÀ APPREZZARE SUA MAESTÀ
CHE PER AMMIRARLA OCCORRE UNA COSA:
L’ESSER DEGNI DELL’INCARICO CHE SI HA.
BENE - PENSO’ IL RE - SON PROPRIO CONTENTO.
SAPRÒ SUBITO CHI E’ BRAVO E CHI E’ DEGNO
AVRÒ PIÙ TEMPO PER L’ABBIGLIAMENTO
LASCIANDO AD ALTRI LA CURA DEL MIO REGNO.
COSI’ I DUE SARTI SI MISERO AL LAVORO
ANDAVA IL TELAIO DI NOTTE E DI GIORNO
CHIEDEVAN PIETRE, DIAMANTI E TANT’ORO
MA NON VOLEVANO NESSUNO D’INTORNO.
MA L’IMPERATORE ERA MOLTO IMPAZIENTE
COSI’ UN GIORNO MANDO’ IL CIAMBELLANO
NEL TELAIO QUESTI NON VEDEVA NIENTE
E TROVO’ IL FATTO VERAMENTE STRANO.
SONO UN INCAPACE? SONO UN DEFICIENTE?
PENSO IL CIAMBELLANO SGRANANDO GLI OCCHIONI
IO NEL TELAIO NON VEDO PROPRIO NIENTE
FORSE QUEI DUE SON PROPRIO DUE IMBROGLIONI?
NEL DUBBIO PERO’ PREFERÌ NON RISCHIARE
DI VENIRE DERISO O MALGIUDICATO
E NON POTE’ FARE A MENO DI APPREZZARE
UN TESSUTO COSI’ FINE E DELICATO.
COSI’ TUTTI QUELLI CHE VENNERO MANDATI
LODAVANO LA STOFFA, IL DISEGNO, IL COLORE
FINGEVAN TUTTI DI ESSERE AMMIRATI
QUANDO TORNAVANO DALL’IMPERATORE.
QUANDO COSTUI SI RECO’ DAI TESSITORI
COME GLI ALTRI NON VIDE NIENTE AFFATTO
PENSO’: O QUESTI SONO DUE IMPOSTORI
OPPURE IO SONO UN SOVRANO INADATTO.
COSI’ INDOSSO’ PER FINTA IL SUO VESTITO
TRA I CORTIGIANI PIÙ’ RIVERENTI
E QUANDO SEMBRAVA AVERE FINITO
DA TUTTI RICEVETTE I COMPLIMENTI.
GIUNSE INFINE UN GIORNO SPECIALE
IL PAESE ERA INVASO DA GRAN FERVORE
PER LA SFILATA NEL CORTEO REGALE
DEL VESTITO NUOVO DELL’IMPERATORE.
IL RE AVANZAVA FIERO E ALTEZZOSO
TRA ALI DI FOLLA FESTOSA E GAUDENTE
UN GIOVANE PAGGIO MOLTO OSSEQUIOSO
REGGEVA UNO STRASCICO FATTO DI NIENTE.
TUTTI I PRESENTI DICEVAN: CHE BELLO!
PER NON RISCHIARE DI PASSARE PER SCIOCCHI
LUNGI DAL PENSARE COL PROPRIO CERVELLO
E DIRE CIO’CHE VEDEVANO GLI OCCHI.
MA AL PASSAGGIO DEL BALDACCHINO
IN MEZZO ALLA FOLLA DISTINTAMENTE
S’ODE LA VOCE DI UN BAMBINO:
IL RE E’ NUDO. ADDOSSO NON HA NIENTE.
IL PADRE CHE LO TENEVA IN BRACCIO
DISSE: E’ LA VOCE DELL’INNOCENZA.!
COME POTEVA IL RE TRARSI D’IMPACCIO
SALVANDO L’ONORE E LA DECENZA?
AVEVA I DUE SARTI LESTOFANTI
INSIGNITI DEL TITOL DI CAVALIERE
MA QUESTI ORMAI CON L’ORO E I DIAMANTI
ERANO MILLE MIGLIA DALLE FRONTIERE.
NON SI POTEVA CESSAR LA PROCESSIONE!
E MENTRE DAL PIÙ PICCOLO AL PIÙ GRANDE
GRIDAVAN TUTTI: IL BAMBINO HA RAGIONE,
IMPETTITO SFILAVA IL RE IN MUTANDE.