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FIABE  E RACCONTI

LA VERA STORIA DI SOFIA E POESIA - I CAPITOLO: SOFIA

2018-10-21 12:59

nonna Marina

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LA VERA STORIA DI SOFIA E POESIA - I CAPITOLO: SOFIA

Sofia, principessa bella e saggia ma anche un po' triste.

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C’era una volta, o forse c’è ancora, un paese lontano dove l’inverno durava tutto l’anno. Proprio così, tutto l’anno, tranne un brevissimo periodo in cui spesso ma non sempre la neve si scioglieva e il sole riscaldava con i suoi raggi gli abitanti di quel paese. Era allora che questi uscivano per le strade, si incontravano nella grande piazza e, mentre i bambini finalmente scorrazzavano da tutte le parti, i grandi scambiavano qualche parola che non fosse di lavoro o di affari, riuscendo qualche volta persino a raccontarsi le vicende personali.

Tutti in questo paese uscivano solo per lavorare o recarsi a scuola e, nel tempo libero, leggevano, studiavano e si scambiavano le loro riflessioni.  Il massimo divertimento per i bambini consisteva nel sedersi la sera davanti al camino scoppiettante, ad ascoltare storie dalla voce dei più vecchi o ascoltare un po’ annoiati i discorsi spesso incomprensibili dei grandi.

Il re di quel paese governava con grande saggezza, consultando per ogni decisione i suoi più fedeli ministri. Fu così che, per l’insistenza di questi, decise di sposarsi per dare al regno un successore al trono scegliendo la ragazza più bella, alta e snella, bianca come la porcellana, con lunghi capelli colore dell’oro e gli occhi colore del cielo.

Nacque così la loro bambina cui misero nome Sofia.

Sofia era bella come la mamma e, per di più, crescendo sotto le cure di un’eccellente governante e circondata da uno stuolo di insegnanti, letterati, musici, poeti e artisti di ogni tipo, mostrava di avere una intelligenza vivace, curiosa, profonda.

Purtroppo la mamma di Sofia era anche di salute cagionevole e, quando la bimba aveva appena compiuto otto anni, ella morì.

Il re cadde in una profonda tristezza e divenne taciturno, scontroso e poco interessato alle questioni di Stato. Sofia, invece, circondata da tutti quei maestri, si tuffò ancora di più nello studio cercando di essere di aiuto al padre che diventava ogni giorno più apatico e assente.

Col trascorrere del tempo i ministri erano sempre più preoccupati e tanto fecero tanto dissero che convinsero il re ad abdicare a favore di Sofia, dopo avere incaricano il primo ministro di garantire il governo del paese fino alla maggiore età della principessa.

Il re, sgravato da ogni impegno, precipitò ancora di più nel dolore e cominciò ad ammalarsi.

Così, ancora una volta, su consiglio dei ministri, decise di mettersi in viaggio verso paesi più caldi, portando con sé un numero ristretto di servitori e di soldati nonché un carico abbondante di viveri.

La mattina della partenza Sofia uscì fuori dal castello per salutare

il padre prima della partenza. Mentre la carovana si allontanava e il re si girò verso Sofia per l’ultimo cenno di saluto, la bambina pregò con tutta se stessa che, come la neve davanti ai suoi occhi, si sciogliesse prima o poi anche il gelo che aveva invaso il cuore dell’amato padre.  

Quando aveva voglia di piangere, Sofia in genere si nascondeva ma quella volta i pensieri che la dominavano le fecero salire un groppo incontenibile alla gola. Come avrebbe preferito mille volte partire con lui! L’avrebbe mai più rivisto? Quanto sarebbe stato diverso se la sua mamma fosse stata ancora lì con loro!Ma il suo posto era lì - lei lo sapeva -  e così, con il viso ancora bagnato di lacrime, si girò verso la governante che la teneva per mano e le fece cenno che potevano rientrare.

(continua nel II capitolo: POESIA)