rime a distanza e storie in sichitanza
La voglia di raccontarsi di una nonna lontana in terra siciliana
Un pastore nel deserto
Le sue pecore vegliava
E la luna silenziosa
Su dal cielo lo guardava.
Dolce luna – lui diceva
Tu conosci il mio affanno
Ma mi guardi e sempre taci
Non mi dici se mi inganno.
Dopo un giorno di travaglio
Sia d’inverno che d’estate
Guardo incredulo le bestie
Che mi dormono beate.
Anch’io giaccio ormai sfinito
Di dormir non vedo l’ora
Ma un tormento dentro il cuore
Come un tarlo mi divora.
A che serve questa vita
La fatica ed il mio pianto
Me lo chiedo ogni momento
E per questo alzo il mio canto.
IL PASTORE E LA LUNA
Spenta la fiamma sullo stoppino
alla finestra il poeta s’affaccia
dall’alto illumina tutte le case
la bianca luna che tutto abbraccia.
Di quel borgo conosce ogni cosa
la piazza, la strada, il vicoletto,
la giovane china sul telaio,
lo spensierato ragazzetto.
Pensa il poeta al suo destino,
pensa dolente all’umana sorte
e con la luna anch’egli ragiona
della vita dell’uomo e della morte.
Sulle sue carte torna a chinarsi,
scrive il suo grido disperato
ma nel suo petto giovanile
brucia un amore sconfinato.
Ti chiedo, luna, solo un favore.
La sua notte di luce ristora
Inonda la stanza ed al suo cuore
piano sussurra: spera ancora!
lA LUNA E IL POETA
Iscriviti alla news letter
visita la pagina facebook
invia un commento invia un disegno